Rabat
– 19 luglio 2016 - Dopo il messaggio storico indirizzato il 17
luglio, dal Re Mohammed VI del Marocco, al 27esimo vertice dell'Unione africana
(UA), tenuto nella capitale ruandese Kigali che annuncia l'intenzione del Regno
di reintegrare l'Unione Africana, ben 28 Stati membri dell’UA hanno indirizzato,
il 18 luglio, a Driss Deby Itno, Presidente di Ciad e attuale Presidente del
summit dell’UA, una mozione per sospendere, la cosiddetta “RASD” dalle attività
dell’UA, ed da tutti i suoi organi, per permettere all'organizzazione
panafricana di svolgere un ruolo costruttivo e positivo nel regolamento della
vertenza regionale sul Sahara.
Ecco il testo integrale
di questa mozione dei 28 paesi presentata da Ali Bongo Ondimba, Presidente Gabon,
in nome di: Benin, Burkina Faso, Burundi, Capo Verde, Comore, Congo, Costa d'Avorio,
Gibuti, Eritrea, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea - Bissau, Guinea - Equatoriale,
della Liberia, della Libia, della Repubblica centrafricana, RCD - Congo, Sao
Tome, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Swaziland, Togo, Zambia.
“I 28
Capi di Stato,
A- Avendo allo spirito gli ideali autentici della
costruzione africana;
B- Fedeli ai principi ed obiettivi
dell'Unione Africana, in particolare la realizzazione di una molto grande unità
e solidarietà tra gli Stati africani, la difesa della loro sovranità e della
loro integrità territoriale, la promozione della pace, la sicurezza e la
stabilità sul Continente, la promozione della cooperazione internazionale, tenendo
debitamente conto della Carta delle Nazioni e la creazione delle condizioni appropriate
che permettono al Continente di svolgere il ruolo che è suo nell'economia
mondiale;
C- Rammaricandosi dell'assenza del Regno
del Marocco nelle istanze dell'Unione africana, e coscienti delle circostanze
particolari nelle quali “la repubblica araba sahrawi democratica” è stata
ammessa all’Organizzazione dell'Unità Africana;
D- Accogliendo molto favorevolmente il tenore
del Messaggio storico indirizzato dalla Sua Maestà il Re Mohammed VI, Re del
Marocco, al Presidente in carica 27esimo del vertice dell’UA per la
distribuzione presso i Capi di Stato e governo partecipanti.
1- Salutano la decisione del Regno del
Marocco, membro fondatore dell’OUA ed il cui contributo attivo alla stabilità
ed allo sviluppo del Continente è largamente riconosciuto, di integrare
l'Unione Africana ed intendono operare affinché questo ritorno legittimo sia
effettivo al più presto;
2- Decidono d’agire in previsione della
sospensione, prossima, “della repubblica araba sahrawi democratica” delle
attività dell'Unione africana, ed di tutti i suoi organi, per permettere all’UA
di svolgere un ruolo costruttivo e contribuire positivamente, agli sforzi
dell'ONU, per una conclusione definitiva alla vertenza regionale sul Sahara”.
Il ritorno del Marocco in seno dell’Unione
Africana è l'espressione della diplomazia offensiva voluta dal Re che rompe con
la politica del seggio vuoto, e che conduce la battaglia dove proprio si
svolge. Questa politica di non lasciare lo spazio vuoto si giustifica attualmente
dato che l’UA è diventata uno strumento propizio della strategia ostile degli
avversari dell'integrità territoriale del Marocco. Ecco per garantire una difesa
efficace degli interessi del Regno e una mobilizzazione continua dei suoi amici,
la presenza del Marocco all'interno delle strutture dell’UA ed i suoi vari
organi risulta ben necessaria, infatti, molti paesi africani amici del Marocco hanno
sottolineato, in modo persistente, l'aberrazione di vedere il Regno in quanto
uno dei fondatori dell’OUA restare al di fuori di quest'organizzazione.
Il Regno del Marocco è impegnato in una
cooperazione molto accurata con la quasi - totalità dei paesi africani. È uno dei
principali contributore alle operazioni di mantenimento della pace sul
continente. Inoltre, la politica africana raccomandata da Sua Maestà il Re, ha
consolidato quest'acquisti, con una diplomazia economica, culturale e
religiosa.
Il ritorno del Marocco all’UA, quindi, non
significa affatto un riconoscimento della “RASD”, al contrario, questo grande
ritorno è il primo passo verso la correzione dell’errore disapprovato dai 2/3
dei membri dell’UA che non riconoscono più “RASD”.
Sul piano procedurale, il Marocco ha vegliato
a fare una riserva, al momento della ratifica dell'Atto costitutivo dell’UA,
per registrare la sua posizione di principio secondo la quale la sua adesione
all'Unione non può essere considerata o interpretata, in qualunque modo che
sia, come un riconoscimento alla fantomatica “RASD” o come un'accettazione di
fatto compiuto illegale che deriva dalla sua partecipazione alle riunioni dell’UA.
Infine, l’appello
lanciato al Marocco da molti paesi africani per ritornare all’UA e la mozione dei
28 paesi di sospendere la partecipazione di “rasd” nelle istanze e lavori dell’UA
sono le garanzie per una svolta saggia e credibile dell’UA.