Marrakech, 28/01/2016 – È concluso il Congresso internazionale
intitolato: “I diritti delle minoranze religiose in terra d’Islam: il quadro
giuridico e l’invito all’azione”, organizzato dal 25 al 27 gennaio 2016 a
Marrakech dal Ministero marocchino degli Habous e degli Affari islamici e dal
Forum per la Promozione della Pace nelle società musulmane, sotto l’Alto Patronato
di S.M. il Re Mohammed VI. A tale appuntamento hanno partecipato più di 300
politici, ministri, Ulema, ricercatori, scienziati e rappresentanti delle
religioni interessate alla questione dello statuto delle minoranze in terra
d'Islam e delle organizzazioni internazionali.
In questa occasione il Re Mohammed VI ha inviato un messaggio ai partecipanti,
mentre il Presidente americano Barack Obama ha lodato l’evento, e infine i partecipanti
hanno promosso la “Dichiarazione di Marrakech”.
Re Mohammed VI Marocco avanguardista nel
garantire i diritti religiosi
Il sovrano ha ricordato che il Marocco è sempre stato una terra di
dialogo interreligioso. Questa tradizione si perpetua oggi ancora attraverso la
preservazione dei diritti dei musulmani e dei non musulmani senza distinzione: “Nella
nostra qualità di Amir Al-Mouminine e di protettore della religione e della
Comunità e gli adepti, ci incarichiamo di mantenere i diritti dei musulmani e
dei non musulmani senza distinzione tra loro”.
I musulmani marocchini non hanno mai trattato gli ebrei come una
minoranza, che erano presenti in tutte le attività ed in tutti i domini, ha
ricordato il sovrano, il Marocco perpetua attualmente la stessa tradizione
permettendo ai cristiani, tutte le chiese e le comunità residenti legalmente in
Marocco, di svolgere i loro doveri religiosi.
Il re Mohammed VI ha proseguito nel
suo messaggio: “La nostra gestione attuale degli affari religiosi in Marocco
mira, tra altri oggettivi chiavi, ad opporsi a qualsiasi leggerezza
nell'interpretazione dei testi religiosi, in particolare per quanto riguarda la
Jihad, argomento di cui i nostri Ulema hanno pubblicato una dichiarazione forte
alcune settimane fa”.
È importante ricordare il ruolo del
Marocco nell'intesa tra le religioni perché è uno dei paesi rari musulmani dove
ebrei e cristiani possono andare alle sinagoghe ed alle chiese in modo
naturalissimo. È anche il paese che ha istituito nella sua costituzione del
2011, la componente ebraica dell'identità marocchina.
Lodi di Obama
All’occasione della commemorazione del 71imo anniversario della
liberazione dei campi di Auschwitz, il Presidente americano Barack Obama ha
lodato le iniziative che operano a favore della protezione delle minoranze religiose,
dando l'esempio dell’evento di Marrakech insistendo su tali iniziative nel
ravvicinamento tra le confessioni e la lotta contro l’odio religioso. Questo
richiamo di Obama non poteva non toccare gli ebrei attraverso il mondo che
hanno una Storia particolare con il Marocco. Gli ebrei non hanno mai
dimenticato che il re Mohamed V, nonno dell’attuale Re Mohammed VI, aveva
protetto gli ebrei marocchini contro il regime di Vichy in Francia, alleato dei
nazisti.
Dichiarazione di Marrakech:
I partecipanti al congresso hanno rivolto appelli:
Alle diverse Comunità religiose unite dallo stesso legame
nazionale a ricostruire il passato con la riattivazione del patrimonio comune e
tendere le passerelle della fiducia lontano dalle tentazioni di scomunica e di
violenza, e a curare le traumi memoriali nate di focalizzazione selettiva
reciproca sui fatti particolari e l'occultamento di secoli di vita comune su
una stessa terra.
Alla Comunità internazionale di decretare
leggi che penalizzano
le offese alle religioni, i danni ai valori sacri e tutti i discorsi
d'incitamento all’odio ed al razzismo, sottolineando che non è autorizzato di
strumentalizzare la religione per privare le minoranze religiose dei loro
diritti nei paesi musulmani.
Ai politici e le istanze decisionali ad adottare le misure
costituzionali, politiche e giuridiche necessari per dare corpo alla
cittadinanza contrattuale e sostenere le formule e le iniziative che mirano ad
indurre i legami d'intesa e di coesistenza tra le Comunità religiose che vivono
in terra d'islam.
Agli intellettuali e alla società civile di favorire l'emergenza di un'ampia corrente
sociale che fa giustizia alle minoranze religiose nelle società musulmane
suscitando una presa di coscienza quanto ai diritti di queste minoranze. Loro
beneficio anche sui piani intellettuali, culturali, educativi e mediatici per
preparare un terreno propizio alla nascita di questa corrente sociale.
La dichiarazione di Marrakech sottolinea anche
le finalità “della Carta di Medina”, che contengono
numerosi principi della cittadinanza contrattuale, come la libertà di culto, la
libertà di movimento, la libertà di possedere dei beni, il principio di mutua
assistenza pubblica e quello della difesa comune. A ciò si aggiunge il
principio d'uguaglianza dinanzi alla legge. “La carta di Medina”, che è
perfezionare armonia con la carta delle Nazioni Unite, costituisce un quadro
adeguato per le costituzioni nazionali dei paesi a maggioranza musulmana.
I partecipanti hanno messo l'accento sulla
necessità di cooperare tra tutte le religioni e l'imperativo della sua urgenza. Questa cooperazione è fondata
sugli atti e non soltanto sui desideri generali di concordanza e di rispetto.
Questa cooperazione deve essere fondata sull'impegno di rispettare
scrupolosamente i diritti e le libertà con l'obbligo di iscriverle nel quadro
della legge al livello di ogni Stato.