di Yassine Belkassem
Ricordando i grandi pregiudizi causati agli Stati dal
colonialismo: “Il colonizzatore ha ostacolato
il processo di sviluppo durante i lunghi anni in questi paesi. Ha sfruttato le
loro ricchezze e le potenzialità dei loro figli, alterando in profondità i
costumi e le culture rispettive dei loro popoli. Ha istillato i fermenti della
divisione tra i componenti di un stesso popolo, e piantato i germi del
conflitto e della discordia tra gli Stati del vicinato. Anche se numerosi anni si
sono trascorsi, gli Stati coloniali portano una responsabilità storica per la
situazione difficile, talvolta drammatico che vivono certi Stati del Sud,
soprattutto in Africa.” SM il Re ha sottolineato,
che dopo tutti questi effetti perversi, i paesi occidentali non hanno il
diritto di esigere dai paesi del Sud, un cambiamento radicale e veloce secondo
un schema straniero alle loro culture, i loro principi e le loro proprie potenzialità,
come se lo sviluppo poteva realizzarsi solo con un modello unico: il modello
occidentale. Il Sovrano ha chiamato, a
questo riguardo, la comunità internazionale a “maggiore realismo e di saggezza
nei rapporti con questi Stati”, rilevando che bisogna comprendere le
circostanze che hanno segnato i loro rispettivi percorsi verso la democrazia e
lo sviluppo.
Il Sovrano ha, tuttavia, sottolineato che “la stabilità non
può realizzarsi senza sviluppo, e lo sviluppo è possibile solamente nella
stabilità”, rilevando che uno e l'altro sono legati al rispetto della sovranità
e dell'integrità territoriale degli Stati, delle culture e dei costumi dei loro
popoli ed alle condizioni assicurate per condurre una vita libera e decente. ”Ho già affermato ad Abidjan nel febbraio scorso che Africa non
aveva tanto bisogno di aiuti umanitari ma aveva bisogno di partenariati
reciprocamente fruttuosi, insistendo sulla necessita dell’Africa di liberarsi
dal suo passato e dei suoi problemi politici, economici e sociali, contando
essenzialmente sulle sue proprie capacità per realizzare il suo sviluppo. in
questo contesto, il Sovrano ha sottolineato che “il Marocco ha dato una illustrazione
tangibile firmando accordi importanti con un certo numero dei paesi africani”.
E di aggiungere che il mondo oggi è all'incrocio delle
strade: “o la comunità internazionale porta il suo appoggio ai paesi in
sviluppo, affinché possano avanzare ed assicurare la sicurezza e la stabilità
nelle loro rispettive regioni, o avremo tutti a sopportare le conseguenze della
salita dei demoni dell'estremismo, della violenza e del terrorismo che alimenta
il sentimento di ingiustizia e di esclusione, ed ai quali nessuno luogo al mondo potrà scappare.” Conclude il Re.