04 novembre 2013
Noi nella Rete delle associazioni della
comunità marocchina in Italia (RACMI), abbiamo appreso con grande sorpresa e
dispiacere, tramite un sito web, che alcune persone parmigiane e toscane stanno
organizzando viaggi di “studi per minori italiani” o di “verificare”
inesistenti “progetti” o di altre pretese, ai campi di Tindouf in Algeria.
Tutte queste negligenze avvengono malgrado
gli sconsigli della Farnesina e di tutti i governi del mondo di visitare queste
zone grigie, e le loro raccomandazioni assolute di sospendere ogni viaggio in tale
zona e nel sud algerino, per la mancanza della sicurezza dovuta dalla presenza
dell’organizzazione terroristica Al Qaeda e le sue varie formazioni.
Nei campi di Tindouf precisamente è stata
rapita la nostra Cooperante Rossella Urru e due spagnoli, sequestrati per nove
mesi da poi liberati grazie al pagamento d’Italia e di Spagna di un riscatto di
30 milioni di euro.
Nella stessa zona è avvenuto anche il
rapimento della toscana Sandra Maria Mariani, rimasta in sequestro nelle mani
dei terroristi circa due anni.
Oltre al pericolo assoluto della presenza
delle organizzazioni terroristiche come AQMI e MUJAO, e le bande criminali
organizzate, la zone dove intendono andare queste persone imprudenti è vietata
per la circolazione dall’ONU per la presenza di milioni delle mine antiuomo
piantate dall’esercito algerino, dai mercenari e dall’organizzazione
separatista “polisario”, negli anni settanta e negli anni ottanta, durante il
periodo della guerra fredda. Da far presente che è accaduto, a Tindouf, quattro
anni fa un episodio gravissimo davanti agli occhi di diversi giovani italiani
toscani condotti al pericolo e terrorizzati, quando una mina antiuomo si è
esplosa: un giovane della zona desertica ha perso una gamba e un altro avuto
gravissime ferite, questi episodi sono purtroppo molto conosciuti.
Altro che “portare cancelleria
scolastica” dal Chianti a Tindouf, addirittura a dicembre, altro che “pedagogico
e didattico” come pretende una scuola e un amministratore Comunale a Sesto
Fiorentino o la “verifica” dei “progetti” inesistenti di Parma o la visita alla
capra bolognese a Tindouf, come pretende una fonte dell’Emilia Romagna. Questi
viaggi sono rischiosi e propagandistici.
Noi nella RACMI, crediamo doveroso
informare tutti e attirare l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale ed
internazionale, istituzioni ed eletti locali, nazionali ed internazionali, l’Unicef,
compressi i genitori dei minori ed i viaggiatori maggiorenni che la sicurezza
non c’è in sud algerino e nei campi; chiediamo a chi intende di mettere i piedi
nel pericolo di riflettere due volte prima di andare.
Infine, noi continuiamo ad insistere con nostri
appelli lanciati in diverse occasioni ed appuntamenti nazionali ed
internazionali, come abbiamo fatto nel Forum Sociale Mondiale a Dakar e Tunisi,
nel Forum Sociale Europeo 10+10 a Firenze, al RECOSOL eccetera; invitiamo la
comunità internazionale, le ONG del mondo e tutti che hanno a cuore la
sacralità della vita di adoperare tutti i mezzi utili per un’ingerenza mondiale
in Algeria per sradicare il terrorismo e per garantire la sicurezza e la vita degli
stranieri in Algeria.
Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina
in Italia (RACMI)
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