sabato 1 agosto 2020

Marocco: a settembre il processo del giornalista Radi per stupro, spionaggio e evasione fiscale

La Corte d'appello di Casablanca ha fissato al 23 settembre la prima udienza del secondo grado nei confronti del giornalista marocchino Omar Radi arrestato il 29 luglio.
L'accusa di arresto formulata riguarda diversi reati: violenza e allo stupro a seguito di una denuncia di stupro presentata dal suo collega di lavoro del sito elettronico "Le Desk.ma"; Ricezione di fondi esteri allo scopo di minare la sicurezza interna dello Stato e di stabilire contatti con agenti di uno Stato straniero per danneggiare la situazione diplomatica del Marocco. Evasione fiscale: dall'indagine è emerso che ha deliberatamente omesso di dichiarare il proprio reddito, pari a migliaia di dollari, ricevuti dall'estero. 
Infatti, Omar Radi ha intrattenuto continue relazioni con diplomatici olandesi a Rabat rafforzate durante gli avvenimenti di Al-Hoceima come agente sul campo per raccogliere maggior informazioni sulla situazione nel Rif. 
Radi ha ricevuto importi di denaro da parte del canale TV Al-Mayadine, controllato e finanziato dallo Squadrone Al-Quds, allora guidato da Qassem Soulaymani, del Pasdaran iraniano, l’Hizbollah libanese, e dal regime di Bashar Al-Assad, che è stato gestito dalla sua creazione nel 2011 dal "megafono televisivo" del Shiismo, Ghassane Benjeddou, ex membro del gabinetto di Houssein Fadlallah, noto riferimento religioso Shiita libanese. 
Ghassane Benjedou è sposato con il medico Nidae Al-Housseini, nipotina di Mohamed Sadeq Al-Housseini, membro della squadra dell'ex presidente iraniano Khatami. 
Il padre di Nidae è un ex membro dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, deceduto durante la guerra irano-irachena.

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