È
scandalo. È uscito allo scoperto quello che si sta succedendo ancora per gli
aiuti umanitari internazionali nei campi di Tindouf in Algeria.
Si
sapeva che le deviazioni sono alla quotidianità, “più si chiede più si
arricchisce” - si dice in Africa -, ma –
dicono - è “significativo” l’ultimo video apparso il 30 aprile 2019 nella mass
media, i Social e giornali spagnoli in cui si vedano donne che festeggiano, cantano
e contano le banconote di 50 e 100 euro di un mazzo di soldi.
Si
tratta del clamoroso caso di Oudadi Ould Benamar di origini della tribù Rguibat
Ouald Moussa, rappresentante del Polisario nei paesi Baschi in Spagna, che ha
offerto l’importo di 25000 euro alla sua ex moglie Slima Mint Mohammed Ould
Bnine, per la riconciliazione dopo la sua infedeltà matrimoniale.
Certamente
è un importo molto grande per i “rifugiati” che vivono al cento per cento dagli
aiuti umanitari internazionali e che soffrano dalle malattie, malnutrizione e
la fame.
Sono
soldi della cooperazione internazionale stanziati genuinamente e forniti con
buona fede anche dal governo italiano, da alcune regioni come Emilia Romagna, Toscana
e Veneto e da associazioni ed ONG del mondo.
Gli
abitanti dei campi evidenziano che prima le ruberie erano nascoste, si svolgano
in modo segreto, ma ora, purtroppo, si portano a termine alla luce del sole con
testimoni oculari e larga diffusione mediatica.
Siamo
davanti ad un’altra chiara deviazione e dilapidazione dei fondi, cosi è scandalo in Algeria dove non si contano più le denunce contro la
gestione deviata e l’appropriazione indebita degli aiuti umanitari destinati a
questi campi dove i profughi sono impiantati, oppressi e costretti a dipendere
totalmente dal sostegno esterno.
In
seguito al rapporto del 2015 dell’Ufficio Europeo di Lotta Antifrode (Olaf) che
aveva evidenziato una massiccia, sistematica ed organizzata deviazione degli
aiuti destinati alle popolazioni dei campi, diversi europarlamentari avevano
rivolto interpellanze alla Commissione europea chiedendo spiegazioni su perché
la Commissione europea continui ad assegnare dal 1992 un contributo annuo di 10
milioni di euro alle popolazioni dei campi di Tindouf nonostante le denunce
dell’OLAF.
Il
paradosso oggi che malgrado la palese deviazione del flusso di denaro, il
governo di Algeri continua a chiedere al mondo aiuti per la popolazione dei
campi.
L’Onu continua a chiedere e raccomandare da
diversi anni un censimento serio della popolazione, ma Algeri rifiuta ogni
tentativo di trasparenza sulla realtà dei campi.
Questa volta, “sarà una inchiesta seria dai
donatori?” dicono, via le reti Social, abitanti dei campi e denunciano,
pertanto, il caso dello spreco di 25mila euro e i contorni della festa della
“riconciliazione matrimoniale” di Ould Benamar.