E’ in corso da oggi la missione di una
delegazione italiana dei diritti umani fino a 9 settembre per supervisionare la
situazione dei diritti umani nelle province sud del Marocco.
La delegazione è composta dal presidente
della Federazione Italiana dei Diritti dell’Uomo (FIDU), Antonio Stango, il
presidente dell’Istituto di Ricerche Economiche e Politiche Internazionali
(IRPI), Domenico Letizia, l’avvocato Margherita Cattolico esperta in diritti
umani e la vice presidente dell’istituto di ricerche.
La delegazione avrà la possibilità di vedere la
situazione dei diritti umani nelle province meridionali del Marocco; conoscere
come era il Sahara prima della decolonizzazione nel 1975 e come diventato oggi;
vedere le infrastrutture e il gigantesco sviluppo socioeconomico realizzati e
la larga partecipazione multidimensionale alla vita locale, nazionale e
internazionale della popolazione.
Con un programma ricco, la delegazione incontrerà a
Rabat, Driss Yazami presidente del Consiglio Nazionale dei Diritti Umani del
Marocco (CNDH) ed il presidente delle Relazioni Esteri della stessa
organizzazione.
A Laayoune sono state fissate diverse riunioni con il
Wali (governatore) della Regione Laayoune Sakia El Hamra, gli eletti regionali
e locali, il sindaco del comune di Layoune, i Chioukh ( capi notabili) delle
tribù sahrawi.
Nella stessa città la delegazione incontrerà il Consiglio
Regionale dei Diritti dell’Uomo, la realtà della società civile locale.
Alla fine della visita è previsto un rapporto della
missione.
La Federazione Italiana Diritti Umani
(FIDU) con la sede a Roma ed opera sull’intero territorio nazionale e
all'estero, è attiva nella tutela dei diritti umani stessi come sanciti dalla
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, dal Patto
Internazionale sui Diritti Civili e Politici e dal Patto Internazionale sui
Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966 e dagli altri rilevanti
documenti internazionali.
La FIDU è attiva
anche per diffondere la conoscenza dei diritti umani, monitorarne e denunciarne
le violazioni, creare maggiore sensibilità nell’opinione pubblica, esercitare
influenza sugli Stati affinché essi si attengano agli impegni sottoscritti in
materia di diritti umani.
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