La
significativa anzianità migratoria della comunità è rappresentata dalla quota
in aumento dei permessi di lungo periodo, pari al 68,9%.
Tra i
permessi a scadenza, il ricongiungimento familiare rappresenta, con il
61,4% la principale motivazione di
soggiorno, mentre il 36,2% è per motivi
di lavoro.
La
comunità risulta terza per ingressi per lavoro stagionale, pari al 15,1% del
totale (+5,3%).
Prima
meta di destinazione dei cittadini marocchini sono le regioni settentrionali
con il 69,5% delle presenze, distribuite, in particolare, in Lombardia, Emilia
Romagna, Piemonte e Veneto. Significativo l’insediamento nel Sud Italia, con
un'incidenza del 15,6%.
I
titolari di imprese individuali sono 68.609, che si concentrano per il 73,4%
nel settore del commercio. Con il 18,7% la comunità si posiziona al primo posto
nella graduatoria complessiva.
Rilevante
la quota di imprenditori marocchini presenti in Campania (10,9%).
La
comunità marocchina si conferma al primo posto per numero di presenze, con
454.817 titolari di un permesso di soggiorno valido, pari al 12,2% del totale
dei cittadini non comunitari in Italia.
Sostanziale
equilibrio fra i generi, con una leggera prevalenza della componente maschile,
pari al 54,6%. Il 41,3% dei cittadini di origine marocchina ha meno di 30 anni.
In
diminuzione (-23,1%) la presenza di minori che rappresentano il 15,3% dei
minori non comunitari. Elevata la loro presenza nel circuito scolastico
italiano, superiore all’80%.
In
aumento significativo (+40,8%) il numero di laureati marocchini negli ultimi
cinque anni.
Il
45,9% delle attivazioni di contratti a favore di lavoratori marocchini ricade
nel settore dei Servizi. L’Agricoltura, con il 38%, rappresenta il secondo
settore per numero di attivazioni.
Rispetto
ad un tasso di occupazione del 46,6%, il coinvolgimento femminile nel mercato
del lavoro si ferma al 21,9%.
Rilevanti
le quote degli inattivi (40,9%) e di disoccupati (21,2%), di molto superiori
alla media dei migranti non comunitari.
La
comunità marocchina risulta prima per numero di iscritti alle tre principali
sigle sindacali italiane, coprendo il 9,4% dei tesserati stranieri.
In
particolare, i lavoratori appartenenti alla comunità iscritti alla CGIL il 9,5%
degli iscritti stranieri del sindacato, alla UIL il 12,4% e il 7,5% alla CISL.