Il Crans Montana Forum è tornato per il 4°
anno consecutivo a Dakhla, nel Sahara del Marocco, per discutere di “Africa e
cooperazione Sud-Sud”.
L’edizione 2018 è iniziata lo scorso venerdì e
ha riunito oltre 1000 partecipanti (tra cui: presidenti, ministri, un principe,
un Re, politici ed esperti internazionali) in rappresentanza di circa 100
paesi, attorno a vari temi come la sicurezza alimentare, il cibo, l’agricoltura
sostenibile, salute pubblica e energie rinnovabili.
Per il Presidente del Crans Montana Forum, la
città di Dakhla è diventata la capitale di un intero continente.
“Siamo
molto felici di ritrovare la grande famiglia africana in Marocco”, dichiara Pierre-Emmanuel
Quirin, Presidente del Crans Montana Forum, “per riflessioni molto animate, per
una condivisione di esperienze e di punti di vista. Offriamo una visione libera
per creare questo scambio di esperienze su argomenti come l’agricoltura, la pesca,
le energie rinnovabili e un turismo eco-responsabile. Penso che quest’anno, in
qualche modo, la città di Dakhla è stata per alcuni giorni la capitale di tutto
un continente “.
Per la prima volta dal trasferimento del Crans
Montana Forum a Dakhla nel 2015, un capo del governo marocchino partecipa a
questo importante evento.
Saadeddine El Othmani, primo ministro del
Marocco, incoraggia investimenti e scambi tra i paesi del continente africano.
“C‘è un nuovo risveglio africano, in grado di
collegare le relazioni tra i paesi africani in diversi settori, a livello di
cooperazione economica, culturale e commerciale”, spiega Saadeddine El Othmani.
“Dobbiamo aumentare la cooperazione a tutti i livelli tra i paesi africani.
Oggi, sfortunatamente, gli scambi commerciali e di investimento in Africa sono
ancora molto deboli”.
Il Re sudafricano degli Zulu, Goodwill
Zwelithini, è stato il protagonista di questa edizione, accompagnato da una
delegazione di 14 membri. La partecipazione del leader tradizionale più influente
in Sud Africa alla quarta edizione del Crans Montana Forum ha l’obiettivo di
coinvolgere le istituzioni e gli esperti su questioni vitali come
l’agricoltura, la salute e la lotta ai cambiamenti climatici, povertà e
migrazione giovanile. Problemi sentiti in tutta l’Africa.
“C‘è molta povertà in Africa, è così dolorosa
per me”, racconta Zwelithini Goodwill. “Cosi tante persone stanno migrando, in
viaggio da un paese all’altro. Mi fa soffrire vedere la nostra gente scappare
dai paesi a cui appartengono”.
Tra le personalità di tutto il mondo che hanno
partecipato a questo evento, anche il viceministro degli affari interni dello
Zambia, Grace Njapau. Ha parlato del ruolo delle donne nel mettere in evidenza
la leadership femminile. Per Grace Njapau è importante sapere come dire no agli
uomini per permettere alla donna africana di appropriarsi del ruolo essenziale
che deve svolgere nella società.
“Gli uomini cercano di marginalizzare le
donne”, spiega Grace Njapau, “stiamo dicendo che ancora non sappiamo chi siamo.
Come donne abbiamo bisogno di sapere che cosa vogliamo esattamente, noi siamo
donne che possono cambiare il mondo e cambiare l’Africa”.
Il futuro dell’Africa, lo sviluppo
sostenibile, la sicurezza alimentare, l’agricoltura, le energie rinnovabili, la
cooperazione sud sud e le diverse sfide dell’Africa: questi i temi al centro
dei lavori del Forum. 49 paesi africani presenti quest’anno per discutere del
futuro dell’Africa e dello sviluppo urbano, una sfida per il continente
africano.
Souleymane Fall, Il consigliere del presidente
del Senegal, Macky Sall, ha dichiarato che l’unità tra i paesi africani
rappresenta uno sviluppo positivo per l’Africa.
“Lo sviluppo è prima di tutto una questione di
mentalità”, dichiara Souleymane Fall. “Se gli africani sono convinti che il
nostro continente, con tutte le ricchezze di cui abbonda, possa diventare
leader nel mondo, allora ce la faremo. Se ci riusciremo, sarà con questa
convinzione, con questa mentalità di vincente e soprattutto con la nostra
unità”.
Il presidente della Crans Montana Foundation
ha presieduto la cerimonia ufficiale delle premiazioni, accanto al testimonil
del Forum, Rev. Jesse Jackson.
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