Sabato 24 giugno è stato un fulmine a ciel sereno nelle relazioni tra Marocco
e Paesi Bassi. Rabat ha deciso di richiamare il suo ambasciatore a L'Aia per consultazione.
Al centro di questa crisi diplomatica: Said Chaou,
un noto narcotrafficante maroco-olandese, sospettato dalle autorità marocchine
di finanziare e sostenere un piano logistico di alcuni ambienti nel Rif in nord
del Marocco. Dopo molti mesi di scambi con le autorità olandesi, Rabat ha
deciso di alzare il tono sul caso di questo narcotrafficante che è oggetto di
due mandati di arresto internazionali emessi dalla giustizia marocchina, uno
per “associazione a delinquere” nel 2010 e l'altra per “traffico internazionale
di stupefacenti” nel 2015.
Cosi sottolinea un
comunicato del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale
marocchino (MAEC): “Nel corso degli ultimi due giorni, dei contatti hanno avuto
luogo tra le autorità marocchine ed olandesi, al livello dei capi di governo e
dei ministri degli Affari Esteri sulle attività di un noto trafficante
d'origine marocchina residente nei Paesi Bassi”.
La MAEC segnala che
informazioni precise sono state comunicate, da molti mesi, alle autorità
olandesi, sull'implicazione di questo trafficante nel finanziamento ed il
sostegno logistico ad alcuni ambienti al nord del Marocco.
“Il Marocco che, su
domanda insistente dell'UE e dei Paesi Bassi, ha sempre cooperato lealmente nel
settore della lotta contro il traffico di droga, non può tollerare che un
trafficante notorio, di cui è riuscito a svuotare le risorse, agisca per
ricreare una situazione favorevole alle sue attività criminali”, indica il
comunicato del MAEC, aggiungendo che “il Marocco si riserva il diritto di
trarre tutte le conseguenze ed implicazioni che si impongono al livello delle
relazioni bilaterali e di adottare le misure in particolare politiche e
diplomatiche necessarie”.
Il Marocco ha deciso, a questo proposito, di richiamare immediatamente,
per consultazione, il suo ambasciatore a L'Aia. “Il Regno esaminerà
l'opportunità del suo ritorno in posto in funzione dell'evoluzione di questo
dossier”, conclude il comunicato.
Nato nel 1967 nella
provincia di Al Hoceima, Said Chaou emigra nei Paesi Bassi negli anni 1980 e fa
fortuna nel traffico di droga. Con altri immigrati della stessa zona di provenienza,
apre coffee-shops a Roosendaal, luoghi dove si può consumare Hashish senza
essere preoccupato dalla polizia poiché il suo consumo è tollerato dalle
autorità olandesi. Negli anni 2000, ritorna in Marocco per investire nel
turismo ma anche per lanciarsi in politica. Nel 2007, è eletto deputato sotto i
colori del partito Al Ahd (sciolto dopo nel Partito Autenticità e Modernità,
PAM), ma non porterà a termine il suo mandato, a causa di un mandato di arresto
giudiziario pronunciato contro lui.
Secondo gli
investigatori, in associazione con un suo ex vicino della zona Geezellelaan a
Roosendaal, Najib Azaimi, Said Chaou ha realizzato, fino ad aprile 2010, molte
spedizioni marittime di resina di cannabis a destinazione delle coste spagnole.
Le quantità trasportate variavano da 3000 a 3200 kg a bordo di uno Zodiac di
sua proprietà.
Nel maggio 2010, la
polizia di Nador sequestra 7,5 tonnellate di Hashish che erano pronte ad essere
spedite all'estero dai due uomini. Najib Azaimi è catturato e condannato. Said
Chaou, però ha lasciato il Marocco per rifugiarsi nei Paesi Bassi, approfittando
dell'assenza di una clausola nella convenzione che lega i due paesi
sull'estradizione di cittadini olandesi verso il Marocco. La rete mafiosa sarebbe
anche implicata in un omicidio con premeditazione contro Mohamed Azaimi, cugino
dello stesso Najib Azaimi.
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