Rabat
- 17 settembre 2015 - Sono emersi importantissimi progetti nel corso di una missione, in
Algeria e Marocco, del ministro per lo Sviluppo economico (Mise), Federica
Guidi, affiancata da un folto gruppo di imprenditori, come la valutazione di
Fiat, Iveco e Piaggio della possibilità di realizzare in Algeria fabbriche per
costruire auto, camion e scooter. Però, di concreto, Enel installata dejà in
Marocco, sta partecipando a un bando per realizzare in Marocco un impianto
eolico da un miliardo di euro e l'Italia e il
Marocco stanno aumentando la collaborazione in settori strategici come quelli
automobilistico, aerospaziale, tessile e delle energie da fonti rinnovabili. L'Italia é il quinto partner commerciale del
Marocco, con la presenza di più di 200 aziende italiane operanti in diversi settori come l'automobile, l'agro-alimentare,
il trasporto
marittimo e la logistica.
Per la
sua sicurezza, la sua stabilità politica, la sua posizione in quanto porta
d’ingresso in Africa e la sua credibilità, “Il Marocco è
diventato un hub nel continente e un trampolino di lancio verso i paesi
dell'Africa”, ha detto Guidi nel suo discorso di apertura del forum economico
italo-marocchino, organizzato dall'ambasciata d'Italia a Rabat, in
collaborazione con il Consiglio per lo sviluppo e la solidarietà.
Nell’incontro di
Guidi e Abdelilah Benkirane, Capo del governo marocchino, le due parti hanno
salutato la qualità delle relazioni d’amicizia e di cooperazione che uniscono
Marocco e Italia, e hanno chiesto l’accelerazione dei risultati di concertazione
in corso. Guidi ha espresso la “sua soddisfazione delle prospettive di
cooperazione e di partenariato iniziati durante le concertazioni tra i
responsabili marocchini e italiani e tra gli imprenditori dei due paesi” e ha
reiterato la volontà del settore privato italiano d’investire in Marocco.
Da parte sua, il ministro
marocchino dell'Industria, del Commercio, degli Investimenti e dell'Economia Digitale,
Moulay Hafid El Alamy, ha confermato che suo paese può rappresentare per
l'Italia una “testa di ponte” verso i mercati emergenti africani e un partner
per competere sui mercati internazionali. “Il Marocco offre molti vantaggi
competitivi”, ha detto el Alamy, invitando le imprese italiane a sfruttare il
piano per lo sviluppo industriale approntato dal governo di Rabat, individuando
nei settori automobilistico, aeronautico, tessile, turismo, infrastrutture, agro-alimentare
e delle energie rinnovabili i comparti economici dove esiste maggior spazio di
collaborazione.
L’Amministratore delegato di Enel Green Power
Francesco Venturini che ha partecipato alla riunione tra il Ministro Guidi e Benkirane,
ha affermato: “Il Marocco è stato un pioniere delle energie rinnovabili nel
Nord Africa, stabilendo obiettivi ambiziosi e promuovendo un quadro normativo
stabile e chiaro per lo sviluppo del settore. Abbiamo avviato la nostra
attività nel Paese aprendo un sede locale e ora puntiamo a crescere con
l'installazione di megawatt, contribuendo così al raggiungimento degli
obiettivi energetici del Paese.” Enel sottolinea: “il Marocco offre rilevanti
prospettive di crescita nelle rinnovabili grazie ad abbondanti risorse eoliche
e solari, a condizioni macroeconomiche favorevoli, coniugate ad una crescente
domanda di energia elettrica e a un quadro normativo affidabile”.
In
Algeria, invece, oltre ai problemi dell’insicurezza e degli attentati
terroristici, “il crollo del prezzo del petrolio e del gas sta creando problemi
a una economia che trae oltre l’80% delle sue rendite pubbliche dagli
idrocarburi”, puntano gli osservatori. In Algeria “ci sono grosse opportunità di
investire — spiega Guidi — perché il governo di Algeri vuole continuare a
portare avanti una politica di diversificazione dell’economia sviluppando
infrastrutture e facendo crescere il settore privato”. Per fare nascere questo
però bisognerebbe prima rimuovere alcune misure protezionistiche come quella
che impone che in una impresa il capitale straniero debba essere limitato al
49%. “Abbiamo ribadito l’importanza che ha per noi il partenariato economico
strategico bilaterale con l’Algeria — precisa il ministro — ma servono ovviamente
concreti segnali di amicizia, sia attraverso l’adozione di norme che non
impediscano gli investimenti stranieri, sia attraverso l’attribuzione di
commesse a aziende italiane». Roberto Colaninno, presidente di Piaggio, anche
lui a Algeri, illustra: “Siamo qui per verificare l’interesse del governo
locale a investire nella mobilità: venendo dall’aeroporto ho visto che ne hanno
molto bisogno, il traffico soffocante di Algeri assomiglia molto a quello di
Roma e i mezzi che circolano, molto vecchi e inquinanti, sarebbero fuorilegge
sulle strade italiane”.